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Solarussa

Sardegna

INFORMAZIONI

Comune: Solarussa
Regione: Sardegna
Sindaco: Gian Mario Tendas
Popolazione: 2.420 abitanti

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Il centro abitato di Solarussa è situato nella bassa valle del Tirso, una delle aree più fertili dell’Isola, coltivata a vigneti di vernaccia, oliveti, carciofi, pomodori, angurie e meloni. Il toponimo latino, solum russus, deriva dal colore della terra locale. Sino a metà XX secolo nelle località Bangius e Cu ‘e Forru si producevano mattoni in terra cruda e tegole, con cui erano costruite le case rurali campidanesi del centro storico. Casa Sanna ne è uno splendido esempio con balconi in ferro battuto e un grande portale. Ospita eventi culturali e sorge nella parte alta dell’abitato, accanto alla chiesa della Madonna delle Grazie. Il fronte del grazioso santuario è caratterizzato da un loggiato a tre ordini di archi e da due torri campanarie simili. La suggestiva parrocchiale di san Pietro apostolo, consacrata nel 1835, custodisce due dipinti settecenteschi del pittore Pietro Angeletti. Accanto ecco la chiesa delle Anime, edificata nel 1749 con preziosi decori: altare in marmi policromi e pulpito ligneo. Su una collinetta in periferia troverai la chiesa di san Gregorio magno, costruita tra XII e XIII secolo in stile romanico ‘minore’. Accanto osserverai i ruderi di un pozzo, putz’e Angius, e forse di un edificio termale, entrambi di epoca romana. A Solarussa i romani stabilirono una stazione di sosta lungo la via maxima da Tharros a Forum Traiani. A testimoniarne la presenza anche monete, resti di domus e ceramiche a Cuccuru Madau. Tra i numerosi insediamenti di età nuragica, spicca il complesso di Pidighi, composto dai nuraghi Pidighi e Muru Accas, molto simili, con rispettivi insediamenti e vicine fonti d’approvvigionamento idrico. Entrambi sono formati da una torre principale e da un corpo comprendente cortile scoperto e torre secondaria. Nella fonte Mitza Pidighi, frequentata già in età prenuragica, come testimoniano reperti di ossidiana e ceramici del IV millennio a.C., l’acqua sgorga ancor oggi da una piccola celletta, attorno alla quale nel 1000 a.C. fu costruito un recinto, con dentro forse un altare.